Parafrasando John Steinbeck

"Quando ero giovane e avevo in corpo la voglia di essere da qualche parte, la gente matura m'assicurava che la maturità avrebbe guarito questa rogna. Quando gli anni mi dissero maturo, fu l'età di mezzo la cura prescritta. Alla mezza età mi garantirono che un'età più avanzata avrebbe calmato la mia febbre. E ora che ne ho molti di più sarà forse la vecchiaia a giovarmi? Nulla ha funzionato. L'inconfondibile rumore di una Vespa che si avvicina continua a farmi rizzare i peli sul collo e mettermi i piedi in movimento. Il rumore di un motore a due tempi che si scalda, persino il semplice "stlok" della prima che si innesta, suscita in me l'antico brivido; la bocca secca, le mani roventi, lo stomaco in agitazione sotto la gabbia delle costole. In altre parole non miglioro. Vagabondo ero, vagabondo resto. Temo che la malattia sia incurabile".
Tratto dalla prima pagina di "Viaggio con Charley" di John Steinbeck e liberamente, anzi molto liberamente interpretato dal sottoscritto...

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