Viaggio in Oman

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VIAGGIO IN OMAN
Paolo Zambon
Ed. Alpine Studio

Torna in libreria - sempre con Alpine Studio - Paolo Zambon, ma non come ci si aspettava per raccontare il seguito del suo primo fortunato libro sulle strade dell'America Latina "Inseguendo le ombre dei colibrì", che si era chiuso con l'arrivo in Honduras senza raccontare tutte le settimane di strada che ancora mancavano per chiudere il cerchio e tornare in Messico.

"...ci arrampicammo sulla duna che dominava il nostro piccolo angolo di mondo: scooter e tenda. Il sole era sparito e aveva lasciato in cielo una gigantesca macchia violacea che si faceva via via più scura. Voltando lo sguardo verso sud le sabbie, o sarebbe meglio dire una massa sabbiosa impegnata in un movimento angoscioso e lento, si estendevano a perdita d'occhio e, d'un tratto, le fatiche e gli stenti a cui si sottoposero gli esploratori dei deserti divennero sensati, tale era lo spettacolo."

Nelle pagine di "Viaggio in Oman" ritroviamo l'autore sempre in sella al suo fido scooter*, e come sempre al suo fianco c'è Linsay, compagna di viaggi e di vita. Paolo Zambon si conferma un viaggiatore colto, la fase di studio pre partenza è attenta e meticolosa ed è così che anche questo suo viaggio, oltre ad essere un'avventura, è anche esplorazione e scoperta: "... mi sentii per un attimo come gli esploratori di un tempo, quelli di cui avevo letto le pagine zeppe di annotazioni culturali...".

La realtà dell'Oman è assai complessa ed è molto differente da quella percepita dal turista che in Oman ci va per passare le vacanze di Natale in un resort sulle belle spiagge del sud del paese. A Zambon bastano poche ore in territorio omanita per rendersi conto che questo viaggio sarà diverso da tutte le sue molteplici esperienze già vissute in giro per il mondo, da subito si trova a confrontarsi con una popolazione che sa essere disarmante per l'incoerenza dovuta al desiderio di godere gli agi della vita occidentale e al contempo si trova a dover fare i conti con una mentalità medievale, ancorata a ferrei dettami religiosi, dove al visitatore può capitare di sentirsi ammonire come mai avrebbe immaginato: "Perché in Europa lasciate entrare tutti? Perché non avete un sistema di visti come qui da noi? Volete venire a lavorare qui da noi? Pagate. Più rigidità, altrimenti verrete travolti."


La scrittura di Zambon è il riflesso del suo modo di viaggiare: i luoghi attraversati sono sì descritti per quelli che sono gli elementi del paesaggio: "Bastava una sosta per ascoltare il nulla, fotografare il nulla, osservare il nulla...", ma sono spiegati soprattutto con la narrazione storica di eventi e personaggi del passato che in qualche modo hanno legato il loro nome a quei territori. Un'attenzione al passato che sembra distrarlo da ciò che gli sta più vicino, compresa Lindsay, nominata assai di rado al punto da avere la percezione di leggere il resoconto di un viaggio in solitaria.
L'Oman contemporaneo è un pianeta affascinante, popolato da beduini - i nomadi per antonomasia ma oggi per lo più stanziali - passati nel breve volgere di pochi anni dai cammelli ai SUV 4x4. L'autore nelle sue pagine ci regala ciò che meglio gli riesce, il confronto tra l'Oman che incontra nel suo muoversi attraverso il paese con quello letto nelle descrizioni dei libri scritti dagli illustri viaggiatori che lo hanno preceduto. Un libro interessante e utile per chi vuole farsi un'idea di questa realtà emergente nel panorama delle mete turistiche. Un racconto a cui forse manca solo un poco di emozione in più.

VIAGGIO IN OMAN
Paolo Zambon
Ed. Alpine Studio


* Immagino non vi sia sfuggito il dettaglio che in tutta questa mia presentazione non compaia nemmeno una volta la parola "Vespa", ed è lo stesso anche nel libro. Da una parte è comprensibile in quanto lo scooter dell'autore, pur assomigliandoci molto, una Vespa di fatto non è (si tratta infatti del suo clone made in India, marca LML, modello Star de Luxe). Nel libro, coerentemente, viene definito genericamente "scooter", ma nell'economia di queste 200 pagine la sua presenza è a dosaggio omeopatico. Diciamo che - vespisticamente parlando - proprio il minimo sindacale per essere un titolo da "Chilometri di Parole in Vespa".

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