Lula Star Panamericana

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“... decisi di noleggiare uno scooter e mi lanciai all'esplorazione di quella sperduta zona dell'arcipelago indonesiano. Laggiù, in quel luogo lontano dal mondo, si concretizzò la decisione di realizzare un lungo viaggio in Vespa, senza alcun tipo di programmazione o qualsivoglia assistenza esterna, semplicemente un punto di partenza e una direzione. Un sogno nel cassetto che maturava nella mia testa da tempo, alimentato dalle letture di Giorgio Bettinelli...”.

A fare da cornice ai preliminari della partenza c'è una New York sconvolta dal passaggio dell'uragano Sandy, e credo che nemmeno lo sceneggiatore più fantasioso avrebbe potuto immaginare uno start più d'effetto. Una situazione d'emergenza che allunga i tempi per lo sdoganamento dello scooter, spedito via mare dall'Italia. L'impazienza di mettersi in viaggio si trascina sofferta, lunghe giornate d'attesa accampato al terminal dell'aeroporto fanno sì che la partenza sia quasi una fuga per lasciarsi tutto quel delirio alle spalle. Una fuga veloce, forse anche troppo narrativamente parlando, perché nel volgere di una quindicina di pagine ecco che New Jersey, Pennsylvania, West Virginia, Ohio, Kentucky, Tennessee, Mississipi, Louisiana e Texas – in pratica la traversata degli Stati Uniti da est a ovest - sono già alle spalle.

Chi viaggia lo sa, nulla è in grado di far percepire il senso del procedere di un cammino quanto passare oltre la sbarra di una dogana, ed è alla frontiera con il Messico, primo border affrontato in sella di questo viaggio, che in qualche modo si rompe l'incantesimo, come se le prime migliaia di chilometri americani fossero stati più che altro una sorta di rodaggio per arrivare a sbarazzarsi della superficialità di quel macinare la strada il più velocemente possibile e sintonizzarsi finalmente sulla lunghezza d'onda che merita un viaggio di questo genere. Il cambio di passo è netto, si percepisce chiaramente come l'autore una volta in Messico abbia iniziato a vivere appieno questa sua esperienza. Allo stesso modo il racconto, che all'inizio aveva un taglio freddo, quasi da cronaca giornalistica, si fa via via sempre più sentito e interessante. Un crescendo che si sviluppa nelle pagine che narrano il passaggio attraverso gli Stati del Centro America per sbocciare con un racconto davvero compiuto quando le ruote di Lula cominciano a rotolare ancora più a sud, sulle strade della Colombia e dell'Ecuador. Imprevisti e contrattempi insieme a tante piccole curiosità colorano il racconto di quelle vivaci pennellate che un po' mancano nelle prima parte del libro, con le pagine che si arricchiscono di tutti quei dettagli che fanno la differenza tra la puntuale cronaca di uno spostamento e il racconto coinvolgente di un viaggio sulla strada.


“Varco il confine ecuadoregno di prima mattina e come d'abitudine compio il rito della prima colazione nel nuovo stato che sto per attraversare. Stempero la tensione accumulata in frontiera, prendo dimestichezza con la nuova moneta. Una cinquantina di metri oltre il valico, parcheggio Lula di fronte a un piccolo chiosco e mi siedo a un tavolino esterno. Rilassato e forte del timbro appena ottenuto sul passaporto osservo il continuo scambio di persone tra i due paesi e cerco di immaginare le loro vite. (…) Ordino una cioccolata calda e scopro una delle prime stranezze dell'Ecuador: qui usa servirla abbinata a un pezzo di formaggio messo a galleggiare sulla superficie. Una variante alla panna...”.

Più il viaggio si spinge verso sud più la narrazione si fa sentita, al punto che quando le pagine portano il lettore in Perù l'autore infrange quello che era un suo intendimento dichiarato nelle prime pagine, ovvero “... tralasciare volutamente di riportare le inevitabili elucubrazioni mentali presenti nel diario di bordo originale, troppo tipiche di una mente adulta e adulterata...”, e da spazio a brevi corsivi che consentono di conoscere un po' anche la sua anima di viaggiatore e non solo quella di questo suo viaggio.
Un taglio di capelli a La Paz può sembrare un episodio banale nell'economia di un racconto di un viaggio ma si merita tutta la mezza pagina abbondante in cui viene narrato perché diventa lo spunto per raccontare di un altro taglio di capelli, in Indonesia, a ricordare che Franco Ballatore non è certo un viaggiatore estemporaneo, ed è bello pensare che questo suo Lula Star Panamericana sia solo il primo a cui ne seguiranno altri per conoscere altri pezzi di mondo visti coi suoi occhi.

“... non sono più quell'adolescente sognatore, ho superato le quaranta stagioni, e di molto, ma se lo credi davvero i sogni prima o poi si materializzano, è solo questione di tempo, non di età”.

LULA STAR PANAMERICANA
Franco Ballatore
Neos Edizioni

Il luogo dove acquistare i libri sono le librerie, meglio ancora se sono librerie indipendenti. Se proprio non potete fare a meno di acquistare i vostri libri online prendete in considerazione di non rivolgervi al Moloch che ha monopolizzato gli acquisti online: questo libro è disponibile tra i titoli a catalogo della LIBRERIA UNIVERSITARIA: acquistandone una copia attraverso QUESTO LINK una piccola percentuale della vostra spesa contribuirà al mantenimento di “Chilometri di Parole in Vespa”. Grazie!

Ancora in Vespa da Milano a Tokyo

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dalla pagina Facebook di Fabio Cofferati:

"UNA PROMESSA E' UNA PROMESSA
Avevo preannunciato l'uscita del libro sul mio viaggio prima di Natale. Ho fatto le corse e lavorato a testa bassa per consegnare il manoscritto a fine novembre, ma purtroppo l'editore è pieno di lavoro e  potrà iniziare le consegne nei primi giorni di febbraio 2022.
Da oggi però è possibile prenotarlo con un piccolo sconto, spedizione compresa. Lo sconto aumenta per acquisti multipli. Fatevi o fate un regalo di Natale: una parte dei proventi andranno alla fondazione ISAL che si batte contro il dolore cronico".


A curare la pubblicazione di questo libro sono le Edizioni NFC, "...un'agenzia di promozione editoriale e una casa editrice fondata a Rimini nel 2010. Progettia identità aziendali, cataloghi d’arte, siti web, campagne online e offline, cura la comunicazione di eventi e la promozione di editoria di qualità su tutto il territorio nazionale, affiancata dalla produzione editoriale di saggistica divulgativa e cronache del contemporaneo...".
Parte del ricavato della vendita di questo libro andrà all'Associazione ISAL "...nata nel 1993 come Istituto di Formazione e Ricerca in Scienze Algologiche, con lo scopo di promuovere la formazione medica e la ricerca sul tema del dolore cronico. Grazie ai suoi corsi, ISAL è stata la prima scuola in Italia e una delle prime in Europa dedita alla formazione post-laurea per lo studio del dolore cronico...".



E' possibile pre-ordinare il libro da QUESTO LINK - Clicca QUI
 



Solo Dio è innocente

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Michele Navarra
Fazi Editore

(segnalazione) dalla sinossi editoriale

"L’assassinio di un ragazzo nella terra appartata e misteriosa del Gennargentu dove il codice barbaricino, tramandato fin da tempi antichissimi, è ancora una realtà difficile da contrastare.

Nella Sardegna profonda, tra le alture della Barbagia, l’omicidio a sangue freddo di un quindicenne riapre vecchie ferite. La faida implacabile che oppone da sempre due famiglie rivali sembra non risparmiare proprio nessuno. Il principale sospettato del delitto, Mario Serra, ha già alle spalle una lunga storia di crudeltà e di sangue, forse troppo per poter credere che vi sia ancora un briciolo di umanità in lui. Questo è il dubbio che tormenta l’avvocato incaricato della sua difesa, Alessandro Gordiani, che, dal suo studio di Roma, parte per l’isola in vista di un processo che minerà le sue convinzioni sulla natura umana e sulla giustizia, che non sempre coincide con il giudizio espresso in tribunale. Costretto a immergersi in una società antiquata e omertosa, Gordiani si sposterà tra Roma e la Sardegna per prepararsi, anche emotivamente, a un complicato processo penale.

Con una prosa intrigante e scorrevole, Solo Dio è innocente è ambientato tra la Roma degli studi legali e la Sardegna primitiva: un romanzo forte e avvincente, con una storia scandita da dinamiche familiari complesse, in cui le colpe dei padri, coinvolti in faide inestinguibili, inevitabilmente ricadono sui figli".


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Nella Tana del Serpente

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NELLA TANA DEL SERPENTE
Michele Navarra
Fazi Editore

(segnalazione) dalla sinossi editoriale:

"Una zona della capitale oscura e impenetrabile dove la violenza soffoca le buone intenzioni e la diversità è vista come minaccia.
Tra gli alti palazzi di Corviale, alla periferia di Roma, per molte persone la vita è grigia come il cemento che ricopre gli edifici. Elia Desideri è un piccolo commerciante che cerca di tirare avanti come può, mentre suo figlio è irretito da una delle numerose bande del quartiere, chiamato volgarmente “Serpentone”. Uomo amareggiato e scontroso, Elia si scaglia spesso contro gli immigrati che vivono intorno a lui, primi fra tutti i Bayazid, rifugiati siriani suoi vicini di casa, considerati alla stregua di nemici. Dopo diversi litigi e minacce, quando il giovane Nadir Bayazid viene ritrovato morto, Elia diventa subito il principale sospettato. Eppure, l’uomo giura di essere innocente e chiede aiuto all’avvocato Gordiani.
Sempre in giro sulla sua Vespa bianca, Alessandro Gordiani avrà il compito di convincere carabinieri e Procura ad allargare lo spettro delle indagini su un caso all’apparenza molto semplice ma che semplice non è affatto. Come se non bastasse, Gordiani sta attraversando un momento di grande incertezza nella sua via privata, che lo porterà a mettere in discussione i valori in cui crede. Destreggiandosi fra bande criminali, procuratori inflessibili e amori mai sopiti, Gordiani si ritroverà alle prese con un caso molto più complicato del previsto, dove la verità si nasconde nelle abitudini di un quartiere difficile, colto qui in tutte le sue complessità e le sue contraddizioni.


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Il Pregiudizio della Sopravvivenza


“L'aria era calda. La Vespa partì al primo colpo. E così, il tram, che stava per stamparsi sul suo culo. Invece, per fortuna gli si stampò nelle orecchie il «Sei un grande pirla!» del tranviere. Grande Pirla con Grande Vespa, pensò...”.

Il Grande Pirla sulla Grande Vespa altri non è che Paolo Rover... pardon!, Enrico Radeschi, il giornalista/hacker partorito dalla fantasia appunto di Paolo Roversi, autore di questo libro di cui Radeschi, di fatto, è l'alter ego.

Le avventure poliziesche di Radeschi sono iniziate ormai diversi romanzi fa, quest'ultima è l'ottava uscita della serie che lo vede protagonista. Le sue investigazioni lo hanno sempre visto muoversi per le sue indagini in sella al Giallone – una vecchia Vespa del '74 pittata a bomboletta di giallo canarino – tra le strade trafficate di Milano e quelle più tranquille della Bassa Padana. Di romanzo in romanzo Roversi ha però proiettato il suo Radeschi in una dimensione sempre più internazionale che oggi lascia ben poco spazio alla sua mobilità da vespista, tanto che si può dire ci sia più “Vespa” in copertina che in tutto il resto del romanzo, l'ambientazione e il taglio delle vicende narrate ne Il Pregiudizio della Sopravvivenza non sono quelle che ci si aspetta da un romanzo dove i protagonisti sono più che mai nostrani. La narrazione si spinge sempre più sulla via tracciata dagli ultimi romanzi della saga, in cui le scene di azione si susseguono in un'escalation i cui toni sono forse un po' troppo arditi per quello che può essere considerato il più tranquillo trend malavitoso a cui, complici le fiction TV, ci ha abituato la giallistica nazionale.

Più che quelli di una classica trama gialla di pura indagine i toni di questa storia sono quelli di un action-thriller dal respiro internazionale, dove però non sono riuscito a raggiungere le vette di climax a cui altre storie di questo genere mi hanno condotto. Probabilmente è solo una questione di aspettative legate alla mia individuale sensibilità di lettore, che mi fa accettare senza batter ciglio qualsiasi irrazionalità quando mi è proposta da un autore di scuola anglosassone - tipo un Dan Brown che in Angeli e Demoni mi fa esplodere nel cielo di Piazza San Pietro un ordigno capace di aprire un buco nero – mentre invece, quando assurdità del genere mi sono proposte nel contesto di un romanzo "Made in Italy", storco il naso. La stessa cosa mi era capitata anni fa con la lettura di Io Uccido di Giorgio Faletti, bestseller made in Italy che ha scalato le classifiche dei libri più venduti in tutto il mondo, riprova evidente di quanto io sia poco ricettivo in materia. Mi auguro quindi che Roversi non se ne abbia a male, non è che gli manchi la fantasia nell'inventarsi pirotecnici sviluppi narrativi, tutt'altro, ed è forse proprio l'eccessivo susseguirsi di episodi mozzafiato a spiazzarmi e rendendo poco equilibrato, per i miei parametri, tutto l'insieme. 

Una lettura che ho trovato comunque godibile ma che non ha "lasciato il segno", se così posso dire. C'è un po' troppo di tutto. Troppa azione e troppo spettacolare - quando non fantascientifica nel suo svolgersi - per il contesto di un giallo italiano, e per non spoilerare nulla non dico di più. Di parallelo ho trovato poca creatività nel tratteggiare alcune situazioni: le bande di rapinatori mascherati non sono più una novità dai tempi di Point Break, ai tempi vederli indossare le maschere dei presidenti USA fu un'idea originale, mettere oggi sul volto di un bandito la maschera di Lady Gaga lascia un po' il tempo che trova. Protagonisti e personaggi minori del romanzo sono quelli già conosciuti negli episodi precedenti, tutti però sempre più caratterizzati su loro stessi, con il rischio concreto di cadere nello stereotipo, se non di scadere a macchiette: trovo che al vicequestore Sebastiani gioverebbe masticare qualche Toscanello di meno e il Danese sarebbe ugualmente convincente nel suo essere un malavitoso sopra le righe anche senza portarsi appresso la sua iguana immortale.

Sinossi editoriale: “I vecchi incubi di Enrico Radeschi tornano a perseguitarlo, e lo fanno colpendolo negli affetti più cari: qualche giorno prima di San Valentino la sua ragazza Andrea, a Salisburgo per una conferenza, scompare nel nulla, e lui è l’unico in grado di scoprire cosa le sia capitato. Ben presto si rende conto che quel rapimento è solo un tassello di un piano più grande che lo costringerà a una spasmodica e angosciosa corsa contro il tempo. Qualcuno nell’ombra sta tessendo abilmente i fili di una ragnatela in cui Radeschi rischia di rimanere invischiato, e la sua unica possibilità di salvezza consiste nel trasformarsi da preda in cacciatore. Per farcela avrà bisogno di tutto l’aiuto dei compagni di sempre: il vicequestore Sebastiani, brillante poliziotto col sigaro perennemente spento fra le labbra, e il Danese, delinquente dal cuore d’oro con un’iguana che vive sotto i suoi vestiti. L’ottava avventura del giornalista hacker protagonista della fortunata serie di Roversi si dipana – tesa e vibrante come una corda pronta a spezzarsi da un momento all’altro – tra Milano e l’Austria, in bilico fra traffici di droga, criminali senza scrupoli, rapine al femminile, dischi di vinile e colpi di scena scanditi dalla musica di Mozart e Bob Dylan, mentre un antico nemico riemerge dalle nebbie del passato per reclamare la sua crudele vendetta.”

La saga di Radeschi:
1 – La confraternita delle ossa
2 – Blue Tango (La marcia di Radeschi)
3 – La mano sinistra del diavolo
4 – Niente baci alla francese
5 – L’uomo della pianura
6 – Cartoline dalla fine del mondo
7 – Alle porte della notte
8 – Il pregiudizio della sopravvivenza

C'è poi un ulteriore libricino con un racconto giallo con protagonista Radeschi rivolto ai lettori più giovani:
9 – Gli agenti segreti non piangono

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Quando le Vespe avevano le ali

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QUANDO LE VESPE AVEVANO LE ALI
Amazon Kindle Selfpublishing

dalla sinossi editoriale:

Brevi ed esilaranti avventure di una gang di scapestrati quindicenni del sud Italia. Il lettore verrà catapultato negli anni '90 nel mondo di Gilberto, sempre in sella alla sua leggendaria Vesparella.

Gare mozzafiato, inseguimenti e soprattutto tanto divertimento.

Un libro per tutte le età che si legge d'un fiato.
Adrenalina, risate e tante emozioni garantite.

Edizione digitale scaricabile da questo link:

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