Concerto per Vespa e asfalto

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Alberto Bortoluzzi
CONCERTO PER VESPA E ASFALTO
A.Bortoluzzi Editore

Ad un anno di distanza dalla pubblicazione del suo primo libro, ("Vespamente vostro", nel quale aveva raccontato del suo giro in Vespa attraverso l'Italia), Alberto Bortoluzzi torna per proporre il resoconto dell'esperienza di viaggio che durante l'estate l'ha visto di nuovo in sella alla sua Vespa, questa volta lungo le strade d'Europa.

Non si pensi di trovare chissà quali avventure in queste nuove pagine di Alberto Bortoluzzi, ma il bello del suo modo di viaggiare e di raccontarsi sta proprio nella schietta sincerità del racconto, che sfugge i toni eroici del cavaliere solitario senza nascondere nulla delle "banalità" di una vacanza in compagnia di se stesso. Viaggiare da soli apre il cuore e la mente: allo spirito acuto di Bortoluzzi non sfugge nulla, rivelando al lettore le tante meraviglie, piccole e grandi, che hanno contrassegnato le tappe del suo cammino.

La simpatia di questo libro è da cercare nell'immediata identificazione che il lettore prova nei confronti dell'autore. I problemi sono quelli di chiunque abbia provato a cimentarsi in solitudine in questo genere di imprese. Dal confrontarsi con la propria famiglia - che spesso non comprende fino in fondo questa brama di vagabondaggio - agli intoppi spiccioli di viaggio: la manutenzione dello scooter che fa i capricci, l'esigenza di trovare alloggio restando rigorosamente nell'esiguo budget auto imposto. Questa ristrettezza diventa la chiave che apre le porte - non solo metaforicamente - verso luoghi in cui diversamente non si andrebbe a cercare ricovero. Luoghi in cui molto spesso l'approssimazione della sistemazione, a cui Bortoluzzi riesce sempre ad adattarsi traendone anche divertimento, è compensata dalla piacevole scoperta dei personaggi che li animano, vuoi che siano ospiti o padroni di casa.

Il suo occhio di fotografo è attento a cogliere dettagli e sfumature invisibili al viaggiatore distratto. E' così che delle alghe arenate sulla battigia a causa della bassa marea, esaltate dall'obbiettivo di Bortoluzzi diventano immagini affascinanti, al punto di sembrare un'opera d'arte astratta. Sono tante e belle le fotografie che accompagnano il racconto. In questa sua impresa l'autore ha documentato il suo cammino anche con riprese video, che montate insieme alle foto pubblicate nelle pagine del libro sono diventate un documentario davvero godibile, proiettato in anteprima a Varese, in occasione della presentazione del volume.

INCIPIT
L'inverno è lungo e piovoso, sembra quasi voglia mettermi alla prova per vedere se sono realmente convinto di partire. Nel frattempo ho pianificato nel dettaglio l'itinerario, progettando tappe decisamente più corte rispetto allo scorso anno. Voglio prendermela più comoda e dedicare più tempo al turismo.

Alberto Bortoluzzi
CONCERTO PER VESPA E ASFALTO
A.Bortoluzzi Editore
128 pag. / 13,5 x 20 cm / foto a colori

Questo libro, editato in proprio è sprovvisto di codificazione ISBN ed è possibile acquistarlo direttamente dall'autore scrivendo all'indirizzo info@albertobortoluzzi.com
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in Vespa a Capo Nord

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Filippo Logli
IN VESPA A CAPO NORD
Edizioni ÉXÒRMA

"Ho imparato a giostrarmi tra il cambio al manubrio, il freno a pedale la miscela di benzina e olio da versare nel serbatoio. L'ultimo scooter che ho guidato, anni fa, era completamene automatico: bastava premere un bottone, accelerare, frenare, punto. Ora mi rendo conto di cavalcare qualcosa di più di un semplice motorino. Questo è un pezzo di storia, è un'opera meccanica. Trasmette tutte le emozioni di chi l'ha progettata meticolosamente, di chi l'ha costruita con dedizione e dei milioni di persone che l'anno sognata, guidata e amata".

Imbattermi in righe come queste già a pagina 13 è stato illuminante: quanto ha fatto e scritto Filippo Logli è un qualcosa, nella sua normalità, destinato a non passare inosservato. Quanto hanno fatto lui e Alessandro Pierini, suo compagno d'avventura e autore delle foto pubblicate nel volume, è si un'impresa, ma non sono stati i primi e di certo non saranno gli ultimi a puntare il manubrio di una Vespa verso il Circolo Polare. A fare la differenza dai tanti è l'arte di saper condividere la propria esperienza, e in questo Filippo si dimostra un vero fuoriclasse, tanto da cominciare a contagiare il prossimo con il suo entusiasmo ancora prima di mettersi in strada. Un entusiasmo tanto contagioso da riuscire nell'impresa, tentata da molti e riuscita quasi a nessuno, di avere l'appoggio ufficiale della Piaggio, con tutte le benefiche conseguenze che, a cascata, ne deriveranno.
Nelle pagine di questo "In Vespa a Capo Nord", ancor più che in tante altre di cui si parla in questo Weblog, la Vespa è vera protagonista, e con lei gli aspetti più caratteristici del mondo vespistico, quale l'associazionismo, ritagliando un ruolo non secondario al Vespa Club Pontedera ed ai soci che ne fanno parte, a cui Filippo si confida e si affida nella sua iniziazione di vespista. Un approccio umile alla Vespa e al viaggio in Vespa, per un racconto che non cade mai nella tentazione di toni epici che sarebbero fuori luogo nella descrizione di un viaggio che è una vacanza.
Ancora prima di partire e nei primi giorni di viaggio uno stillicidio di guai meccanici mettono subito alla prova la tempra dei viaggiatori. Una serie di inconvenienti che finiscono per arricchire la storia con i personaggi che di volta in volta li aiutano a trovare una soluzione. Guasti e riparazioni danno un piccolo valore aggiunto al libro, in una sorta di piccolo vademecum scritto tra le righe del racconto, utile a chi desiderasse mettersi in strada con una Vespa.
Il racconto del cammino verso Capo Nord si intreccia col ricordo di precedenti esperienze e dei mesi trascorsi in Sud America da Filippo, così come l'inaspettata crociera (con Vespa al seguito!) alla volta delle Isole Lofoten lo porta a ricordare la sua traversata oceanica in barca a vela.
Filippo parte quindi che è già un viaggiatore ricco delle molteplici esperienze vissute lontano da casa e per lungo tempo, ma torna arricchito dall'essere diventato vespista...

"La PX fila veloce nel vento che ci sospinge da dietro e alla guida mi sento un tutt'uno con essa. Dopo tutti questi chilometri la sento sempre più mia, ho imparato a percepire i piccoli segni che mi manda, a rispettarla. Va trattata con le cautele e le attenzioni che i suoi anni richiedono, ma è uno spirito forte, dai tratti gentili e dall'anima indomabile".

...e anche Alessandro non resta indifferente:

"La voglio anch'io una Vespa. Quando torno me ne compro una. D'epoca, eh!".

Se si vuol proprio fare una critica a Filippo è quella di aver forse lasciato un po' troppo a margine del racconto il suo compagno di viaggio. Qualche pagina scritta in prima persona da Alessandro avrebbe arricchito di un differente punto di vista la cronaca del viaggio.
La narrazione segue serrata le tappe del cammino, con buon ritmo, il "rischio" è quello di lasciarsi prendere dalla curiosità finendo per leggersi il libro tutto di un fiato.

Una nota a parte la merita anche il volume in quanto oggetto. La realizzazione tipografica denota l'attenzione dell'editore per la confezione del volume, rilegato, con la copertina morbida che nei risguardi ha le mappe del viaggio sempre a portata di mano. Mi piace sottolinearlo, oggi che si è portati a pensare che un libro possa anche essere soltanto un file di testo da scaricare sul proprio lettore. Parte dell'emozione della lettura sta anche nel maneggiare un volume di qualità.

INCIPIT
Non è un hobby, non è soltanto una passione. Viaggio perché non potrei fare altrimenti.


Questo libro è disponibile tra i titoli a catalogo della LIBRERIA UNIVERSITARIA: acquistandone una copia attraverso i link pubblicati in questo Weblog una piccola percentuale della vostra spesa contribuirà al mantenimento di “Chilometri di Parole in Vespa”. Grazie!

La trilogia di Jupiter

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Si completa la trilogia dei romanzi in cui Ted Simon ha narrato in successione il primo, il secondo giro del mondo in motocicletta e quello che ne è stata di conseguenza la sua vita.

"Chilometri di Parole in Vespa" fa poche eccezioni rispetto alla sua linea editoriale vocata alla catalogazione della "letteratura vespistica", ovvero pagine in cui protagonisti sono scooter con ruote da 8" o 10". Doveroso però dare spazio alle "ruote alte" per un personaggio del calibro motociclistico di Ted Simon e ai suoi libri che entrano a buon diritto a farne parte.




Per chiudere questa anteprima una piccola "chicca" di cui KmPV è davvero orgogliosa, un omaggio al grande Enzo Jannacci recentemente scomparso, co-autore di letteratura vespistica di un piccolo libricino uscito nel lontano 1993 nella collana "Millelire" (leggi tutto...)

Buone vespa-letture!

DUERUOTE

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(AA.VV.) Bergonzoni, Lella Costa, Disegni, Faso (Elio e S.T.), Gino e Michele, Enzo Jannacci, F. Rutelli
DUERUOTE
Millelire - Stampa Alternativa

Una vera e propria "chicca" scovata scandagliando il Web alla ricerca di un racconto "vespistico" scritto da Enzo Jannacci, che ricordavo di aver letto - ma chissà dove - tanti anni fa, e che mi era tornato in mente in occasione della sua scomparsa.

Quel racconto faceva parte di una raccolta pubblicata nel 1993 in un libricino (60 pagine, f.to 10 x 14 cm) della collana "Millelire" edita da Stampa Alternativa, che ringrazio per essere riuscita a scovarne una copia che hanno avuto la gentilezza di donarmi.

Scopo di questa pubblicazione era divulgare le novità introdotte nel Codice della Strada a partire dal 1993, con la complicità della Piaggio, per un "progetto di libro millelire che mettesse a frutto, nel rispetto delle proprie identità e soprattutto nell'interesse di coloro che si troveranno di fonte alla novità legislativa costituita dal nuovo codice..."

Oltre a Piaggio, Stampa Alternativa e Jannacci sono stati "complici" di questa pubblicazione personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, che hanno contribuito con i loro scritti "vespistici", disegni e fumetti.


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L'EREDITÀ DI JUPITER

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Ted Simon
L'EREDITÀ DI JUPITER
Elliot Edizioni

Inevitabile per Ted Simon tornare sugli scaffali delle librerie con un nuovo libro con il quale, in qualche modo, cercare di chiudere il cerchio di quella grande avventura on the road che è stata la sua vita.
É sempre il viaggio il fulcro attorno al quale si sviluppa il racconto, ma non ci sono i chilometri scanditi dalle tappe e dagli incontri, c'è la vita di un uomo che si è fermato dopo aver vissuto per anni sulla strada.
Aver visto tutto il mondo porta inevitabilmente a riflettere sulla nostra epoca e sul consumismo imperante. Viaggiare lo ha portato ad allontanarsi dagli standard della vita occidentale, per avvicinarsi alla realtà delle cose più semplici e naturali, dal cibo allo stile di vita, a cose più profonde, come il rapporto con la morte.

"La vita è impregnata di morte e sarebbe meglio per noi comprendere questo dato di fatto in modi più naturali e meno sensazionali che leggendo articoli di cronaca e guardando immagini di lontane violenze".

Con lo scorrere delle pagine i ricordi del rientro in patria e della stesura dei suoi scritti si alternano e si intrecciano a quelli legati ai viaggi, in quella che è una vita vissuta tra pagine e chilometri:

"(...) di li a poco ci ritrovammo in una graziosa vallata piena di pascoli, enormi querce e vecchi fienili, in mezzo alla quale sorgeva una cittadina (...) una fila di edifici bassi conducevano a un altro ristorante e, andando a bere un caffè, nel mezzo scoprimmo un filone d'oro. Si chiamava libreria Yolla Bolly, e noi gettammo un'occhiata distratta attraverso la vetrina aspettandoci di vedere i soliti scaffali pieni di best seller dozzinali, biglietti di auguri e souvenir. Ma questa era una libreria vera, un negozio che saremmo stati sorpresi di trovare persino a Londra o San Francisco".

Ted Simon, un po' come Giorgio Bettinelli nel suo ultimo libro, racconta più di se stesso che dei suoi viaggi, arrendendosi al fatto che l'uomo che oggi si è fermato è tutta un'altra persona rispetto a quella che prese le strade del mondo tanti anni prima. Un uomo liberato dal giogo della ripetitività quotidiana ma "condannato" ad un ruolo che, nella sua precarietà, è decisamente invidiabile.

"Non lavoro in modo continuativo da molto tempo e non incoraggerei nessuno ad assumermi, giacché sono diventato piuttosto inidoneo al lavoro. Il mio reddito è instabile quanto un comignolo di mattoni durante un terremoto, e frequentemente collassa del tutto. (...) Quando viaggio non sono intralciato da aspettative di comodità e vantaggi. Meglio ancora, non devo mai rientrare in ufficio".

Un libro questo "L'eredità di Jupiter" che fissa in un quadro quella che è stata la vita di Ted Simon e, forse per questo, più utile all'autore che ai suoi lettori. Un libro da leggere per tutti quelli che hanno già viaggiato sulle pagine dei due libri precedenti ("i viaggi di Jupiter" e "Sognando Jupiter"), con la speranza di perderci anche noi, un giorno, lungo una strada, in qualche parte del mondo.

INCIPIT

Se la vita è un viaggio, allora i migliori viaggi dovrebbero somigliare alla vita, che è un'altalena di alti e bassi. Quando arrivai a Penang, una splendida isola al largo delle coste della Malesia, non immaginavo quanto la mia vita potesse precipitare in basso, ma se proprio doveva, quello era di certo il posto più stimolante.

Ted Simon
L'EREDITÀ DI JUPITER
Elliot Edizioni

Questo libro è disponibile tra i titoli a catalogo della LIBRERIA UNIVERSITARIA: acquistandone una copia attraverso i link pubblicati in questo Weblog una piccola percentuale della vostra spesa contribuirà al mantenimento di “Chilometri di Parole in Vespa”. Grazie.





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