La fuitina in Vespa

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LA FUITINA IN VESPA

È bene che il lettore di questo romanzo non si lasci trarre in inganno dalla leggiadra gentilezza dell'immagine di copertina, un'illustrazione schizzata a china che rimanda alle spensierate gironzolate in Vespa delle vacanze di romana memoria.

Sebbene l'epoca in cui si svolge gran parte della vicenda è per altro la stessa del celebre film con la Hepburn e Peck, l'ambientazione della storia narrata da Renato Mango è molto diversa da quella patinata della dolce vita capitolina della pellicola hollywoodiana. Volendo restare in campo cinematografico l'atmosfera in cui Mango muove i suoi personaggi è più quella neorealismo italiano, dei film in bianco e nero di Rossellini, Visconti e Germi.

Nel dopoguerra la terra di Calabria è una realtà economicamente depressa e culturalmente ancora arretrata, in cui domina un concetto arcaico dei valori sociali, al punto che per Letizia - la protagonista del romanzo che nelle prime pagine è ancora una giovane adolescente - farsi monaca di clausura pare l'unica via per affrancarsi dalla squallida quotidianità di una vita di abusi e mortificazione.

La trama si sviluppa sulla storia delle vite complicate dei diversi personaggi che via via entrano in scena, parentele e relazioni clandestine si intrecciano in una storia d'amore e d'onore, una storia di vita e di morte a tratti scabrosa, a tratti poetica.


Giunto alla fine della lettura di queste pagine per me è stato però inevitabile chiedermi: che c'azzecca con una storia del genere questa delicata copertina? E ancora: ma che c'azzecca questo titolo con questo romanzo? Vero che è proprio in sella ad una Vespa - che era blu, ma poi verrà riverniciata di rosso – che si compie la fuitina di Marco e Teresa, ma nelle 160 pagine del romanzo la Vespa viene solo nominata (8 volte in totale, la prima volta a pag. 87), e l'unico passaggio in cui è minimamente coinvolta nella narrazione è il seguente (da pag. 117):

“Il clacson suona. La porta si apre dopo che una lettera è stata posata sul letto singolo. La Vespa inizia la discesa verso Renabucco. Gli occhi di lui lacrimano di gioia. Lei, invece, si chiede da dove arriva questo forte profumo di ginestre.”

Nell'economia della trama nulla sarebbe cambiato se la coppia per dileguarsi avesse utilizzato chessò, una Fiat 1100 di seconda mano, una Lambretta scassata o il residuato bellico di una Guzzi Falcone col sidecar.

Buono questo romanzo d'esordio per Renato Mango ma purtroppo, vespisticamente parlando, oltre che nel titolo e nella grafica di copertina di Vespa ce n'è davvero troppo poca per poterlo considerare a pieno titolo un'opera di narrativa vespistica.

Dalla sinossi editoriale:
Calabria, primo dopoguerra. Letizia, il cui sogno è quello di diventare una cantante, decide di entrare in convento insieme alla cugina Luisa per sfuggire alle violenze del padre e all’indifferenza della madre, nonostante la quasi totale assenza di vocazione. Luisa, però, si tira indietro all’ultimo minuto: il padre, laico e intenzionato a bruciare il suo corredo piuttosto che regalarlo alle suore, non le permette di prendere i voti e così Letizia si ritrova ad affrontare la sua sorte da sola e a covare vendetta per decenni. L’occasione perfetta le si presenta quando viene contattata da Teresa, figlia di Luisa, che, lontana da casa, chiede il suo aiuto. A quel punto, la macchina della vendetta si mette in moto.

LA FUITINA IN VESPA

in collaborazione con BOOKABOOK che ringrazio per la disponibilità

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