gli... "APEnauti"

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Gli "APEnauti" sono i protagonisti di questo aggiornamento. Non poteva essere altrimenti dato che proprio quest'anno cade il 60° compleanno del triciclo a motore italiano più famoso del mondo, l'Ape Car.

Un veicolo simpatico come la sua sorella a due ruote, la Vespa e, come la Vespa, altrettanto improbabile come mezzo di trasporto per lunghi viaggi. Solo un'apparenza e, infatti, il libro di Paolo Brovelli "Sulle ali di un'Ape" ne è la dimostrazione.

Sebbene quello di Brovelli sia il viaggio più importante compiuto a bordo di un Ape Car di cui si abbia conoscenza non è l'unico.

Altri due volumi raccontano le peripezie di altri intrepidi "APEnauti", con le pagine scritte da Paola Trevisan (Se mi piace non torno più) e quelle di Graziano Gatti (In viaggio con Einstein).

Non mi resta che augurarvi una buona lettura!

Sulle ali di un APE

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Sulle ali di un Ape
di Paolo Brovelli


Premessa: se non ci si sofferma all’apparenza, a mio giudizio, la differenza tra una Vespa e un’Ape è solo una sola ruota in più. Null’altro. Di conseguenza non c’è molta differenza nemmeno tra chi per viaggiare sceglie la Vespa oppure, come in questo caso, l’Ape. Lo spirito curioso del viaggiatore attento trova, sia nella Vespa che nell’Ape, l’incubatrice perfetta in cui maturare con pazienza. Il ritmo lento imposto al cammino è solo un aiuto e mai un ostacolo, ce lo racconta anche Paolo Brovelli, l’autore di "Sulle ali di un Ape":

"L’obbligo di fermarsi spesso per fare raffreddare il motore ci ‘costringe’ a entrare in contatto con luoghi e persone, odori e sapori che altrimenti non noteremmo, e così riflessioni e stimoli mutano, si moltiplicano."
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Inevitabile quindi che, alla fine del viaggio, anche l’apenauta si ritrovi a vergare su carta le sue peregrinazioni.
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"La Via della Seta, Istanbul, Teheran, Persepoli, Samarcanda, il Pamir, l’Himalaya, il deserto del Gobi, Pechino (...). Una sagra dei luoghi mitici del continente, che già nel nome ci senti il profumo del viaggio."
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Credo bastino queste poche righe tratte da una delle prime pagine di "Sulle ali di un Ape" a dare un’idea della straordinaria avventura vissuta dall’autore e dal suo compagno di viaggio, Giorgio Martino nel corso della loro EurAsia Expedition 1998. La conferma di questa straordinarietà è nei numeri di questo viaggio:
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"212 giorni, 25.001 chilometri, 19 Paesi (9 europei e 10 asiatici), 6 deserti, 5 valichi oltre i 3000 metri, 4 oltre i 4000, (...) 278 pagine di appunti dopo la partenza dalla Torre di Belem all’agognata meta."

Quello di Brovelli e Martino è un viaggio di ricerca, compiuto tra l’aprile e il novembre del 1998. La partenza è da Lisbona, all’estremo ovest del Vecchio Continente, e poi via, fino a Trieste, dove si conclude l’antipasto del lungo cammino. Il viaggio vero alla volta dell’est inizia da li, attraverso i Balcani, usciti solo da poco dal tunnel della guerra, ed è una preziosa testimonianza di quel periodo. Lasciata l’Europa ecco la Turchia, il Medio Oriente e poi l’Eurasia, fino alla Cina. Un crescendo di difficoltà che è sempre più coinvolgente, come solo può esserlo un viaggio lungo sette mesi:
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"Dopo mesi di viaggio lento e meditato tutto mi sembra normale. Una normalità primordiale, mista di stupore, piacere e serena accettazione. Tutto è sorpresa, ma la sorpresa è norma, in un itinerario tanto lungo e complesso."
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A ogni tappa del viaggio, a ogni sosta, un incontro. Persone, testimonianze di un’ospitalità spesso spontanea e generosa e altre volte "interessata", dove per interessata si intende la curiosità con cui genti che riteniamo meno evolute "approfittano" dell’arrivo di uno straniero per informarsi ed arricchirsi reciprocamente, dando prova di grande cultura e civiltà.
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"Di città in città, da un paesaggio all’altro, tra poveri, ricchi, intellettuali, reietti ci muoviamo spontanei e liberi. Semplici, ci adattiamo a questa persona o a quella tribù, al cibo e al clima, sorseggiando oggi un caffè a Teheran, domani un tè tra i gulistan di Shiraz. Il nomadismo diventa una condizione naturale."
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Ci sono voluti più di otto anni dalla conclusione del viaggio perché questo libro fosse dato alle stampe, ma a rendere attuale questo diario di viaggio è proprio il ritmo lento imposto dall’Ape, che annulla le distanze e da chilometriche le fa temporali. Da Lisbona a Pechino, dall’Occidente all’Estremo Oriente, non ci sono qualche migliaio di chilometri che potrebbero essere coperti in una decina di ore di volo, ma sette mesi di cammino. Quindi il viaggio di otto anni prima potrebbe essere stato fatto ieri, domani, così come secoli fa, a un’andatura solo di poco più veloce di quella che poteva avere un carro. Ma lo spirito del viaggiatore rimane quello di allora, instancabile e insaziabile:
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"Avevo sempre pensato che un viaggio tanto lungo mi avrebbe appagato del tutto, avrebbe finalmente sopito la mia voglia di vagabondare, la mia sete di viaggi, ma non è così."
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Paolo Brovelli
SULLE ALI DI UN APE
Casa Editrice Corbaccio

Questo libro di Paolo Brovelli è presente nel catalogo online della LIBRERIA UNIVERSITARIA




Se mi piace non torno più

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Dall'introduzione del volume:



"Paola si ammala di tumore all'età di cinquanta anni. Dopo cure invasive sconfigge la malattia e accetta la sfida postale da Giuseppe Isabello (detto Giupy) di affrontare un viaggio in Europa di circa 9.000 chilometri con un mezzo insolito: l'Ape.

Per la prima volta una donna affronta un'impresa simile sul mezzo a tre ruote più famoso d'Italia: l'Ape diventa sia compagna di viaggio che mezzo per mettersi alla prova fisicamente e mentalmente.

Paola raccoglie questa singolare sfida per provare a se stessa e agli altri che malattie come il cancro non ci devono fermare, ma devono farci combattere".


In questo "Se mi piace non torno più" ho trovato la genuinità di un diario di viaggio che, con lo scorrere delle pagine, diventa il diario di una parte importante della vita dell'autrice. Significativo che da queste sue esperienze (il viaggio e la malattia), abbia voluto ricavarne un libro che possa essere per altri non solo testimonianza, ma anche speranza, che si evidenzia nelle ultime due righe dell'ultima pagina:


"Oggi ho ancora degli alti e bassi a causa della depressione, ma so che riuscirò a venirne fuori perché VOLERE È POTERE".


Paola Trevisan




Questo volume è presente nel catalogo online della LIBRERIA UNIVERSITARIA

In viaggio con Eistein

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Definire quello di Graziano Gatti un viaggio forse può sembrare eccessivo. Di certo l'autore ha saputo cogliere lo spirito dei grandi viaggiatori, con in più il grande merito di essere riuscito a declinarlo a una dimensione adatta a quelle che erano le sue necessità e opportunità. Ecco quindi quella che poteva essere una banale vacanza di qualche settimana che si trasforma, senza tante pretese ma con nobili intenti, in viaggio vero.

La scelta di un'APE come mezzo di trasporto è la logica conseguenza della ricerca di un veicolo "simil-lento che ci desse la possibilità di ammirare con calma quanto avevamo visto spesso filarci davanti agli occhi come un fotogramma subliminale, e contemporaneamente fosse libero da binari o percorsi prestabiliti a priori (...). In pratica, come mi disse un giornalista mesi dopo, dopo lo slow food nasceva lo slow travel."


Un viaggio/vacanza che inizia con la ricerca dell'APE e si snoda poi sulle strade di un'Italia minore alla volta di località più o meno prestigiose. Il racconto nelle pagine di "In viaggio con Einstein" è fresco e immediato come i suoi protagonisti: l'autore, la sua compagna e il fido Einstein, un simpatico cagnolino meticcio nel ruolo di macotte del viaggio, tanto da meritarsi la citazione nel titolo del libro.


I "nobili intenti" a cui si fa riferimento nell'introduzione di questa pagina sono dovuti alla scelta dell'autore di devolvere tutto il ricavato della vendita di questo libro in beneficenza, all'associazione Onlus Sol.Ter.Via.


Graziano Gatti


IN VIAGGIO CON EINSTEIN


L'Artistica Editrice


Questo libro è presente nel catalogo online della LIBRERIA UNIVERSITARIA

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