In Centroamerica

 .
Paolo Luigi Zambon

I primi novanta giorni del suo viaggio in scooter in America Latina Paolo Zambon li aveva raccontati in INSEGUENDO LE OMBRE DEI COLIBRÌ, primo titolo da lui firmato per la Collana Orizzonti di Alpine Studio. Ne avevo scritto QUI e chiudevo la mia recensione auspicando di poter presto leggere il seguito di quella sua esperienza, auspicio che si realizza con la recente uscita del suo nuovo libro, IN CENTROAMERICA (nota: Zambon, sempre per la Collana Orizzonti di Alpine nel 2018 ha firmato anche VIAGGIO IN OMAN, il racconto di un'altra sua esplorazione in scooter – leggi QUI).

Ritroviamo quindi Zambon dove lo avevamo lasciato al termine del suo primo libro, in Honduras, in procinto di passare la frontiera con il Nicaragua in sella al suo scooter in compagnia di Lindsay, compagna di viaggio e di vita. Davanti a loro ci sono altri quattro mesi di viaggio lungo le strade del Centroamerica per addentrarsi nella realtà di paesi che nonostante siano tra loro confinanti riescono a offrire scenari ambientali e di vita assai diversi, che lasciano nel visitatore emozioni e sentimenti contrastanti. Il Costa Rica, Panama, il Guatemala, poi ancora l'Honduras e infine il Belize, viaggiati e narrati con il consueto “modus operandi” con cui Zambon usa accompagnare i suoi lettori.

“I suoi occhi d'un tratto parvero più grandi. Esclamò tutto esaltato che non pensava che uno straniero conoscesse le azioni compiute da Don Pepe sessantacinque anni prima: «Non è comune che un turista si interessi ai fatti storici del Costa Rica, magari in Messico o in Nicaragua ma qui la gente si perde tra le spiagge, i vulcani o le foreste tropicali». A quel punto toccò a me il ruolo del modesto dicendo che avevo letto qualche cosa solo superficialmente”.

Nelle sue pagine insieme al racconto del viaggio fisico attraverso i luoghi l'autore ama ripercorrere anche la strada dei trascorsi dei territori in cui si addentra, dalle vicende storiche più remote fino alle questioni politico sociali più recenti. Una manifestazione di consapevolezza, quasi sentisse l'esigenza di giustificare a quel modo la sua presenza di forestiero in quei luoghi, cosa di cui lui stesso pare essere consapevole.

“Per un attimo mi venne il dubbio di essere diventato una specie di avvoltoio in grado solo di sorvolare sopra nazioni traboccanti problemi e che per 'sventolare' invece della brezza avevo bisogno di disagio sociale, miseria, guerra e ingiustizie”.

Zambon non è certo un viaggiatore superficiale. Soprattutto nella prima parte del libro è palese quanto sia stato importante per lui documentarsi scrupolosamente su usi, costumi e tradizioni e trasmettere tutto ai lettori, tanto che la sua narrazione in alcune pagine si fa quasi fin troppo generosa di nomi, di dati e di cenni storico biografici. Ma con lo scorrere dei giorni, dei chilometri e delle pagine Zambon riesce a sentirsi sempre più a suo agio nei panni del viaggiatore di lungo corso quale lui è, e nella seconda metà del volume il libro, così come il viaggio, sboccia in un equilibrio finalmente perfetto tra le emozioni e le nozioni.

Quando le ruote dello scooter arrivano a solcare le strade del piccolo Belize, “parentesi anglofona in un mondo latino”, paese meno noto e battuto verso il quale inizialmente non ha forse particolari aspettative: “... per il Belize il piano di viaggio era ridotto all'osso. Fu forse la causa di un'assenza di esaltazione lungo i primi chilometri nel nuovo paese?”, la sua attenzione e il suo scrivere riescono a cogliere brillanti pennellate di colore attingendo da incontri e situazioni che possono apparire banali nel contesto di un viaggio di questa importanza, ma che in realtà lo sono solo in apparenza.


“Da una casa sciupata e con gli stampi dell'umidità color verde e nero usciva musica reggae e, da due amache appese a dei pali di legno azzurrino sfregiato e marcio, spuntavano due chiome da rasta nere come il petrolio e le dita dei piedi puntate verso l'alto...”.

Sebbene Zambon non viaggi da solo, così come nei suoi libri precedenti la presenza della sua compagna di viaggio Lindsay resta davvero marginale nel contesto della narrazione (così come quella del suo scooter*), una circostanza su cui si è portati a riflettere ma che nulla toglie al piacere della lettura. Personalmente, da appassionato di narrativa di viaggio, ho patito di più la mancanza di una mappa che graficamente ne disegni la geografia per geolocalizzare il viaggio e meglio comprenderne le distanze.

“Ora che il vento della felicità aveva ricominciato a soffiare poderoso e spirava verso sud, lì dove puntava l'ago della curiosità, ci attendevano giornate travolgenti. E a quel punto non sarei stato in grado di aggirare la domanda «Sei felice?».

Paolo Luigi Zambon

* vespisticamente doveroso precisare che il veicolo utilizzato da Zambon è genericamente definito "scooter" in quanto, pur assomigliandoci molto, una Vespa di fatto non è. Si tratta infatti del suo clone made in India, marca LML, modello Star de Luxe.

Questo libro è disponibile tra i titoli a catalogo della LIBRERIA UNIVERSITARIA: acquistandone una copia attraverso QUESTO LINK o gli altri pubblicati in questo Weblog una piccola percentuale della vostra spesa contribuirà al mantenimento di “Chilometri di Parole in Vespa”. Grazie!

La Vespa truccata

 (segnalazione)
dalla sinossi editoriale:

"Giovanna è una cinquantenne come tante, in piena crisi coniugale a causa di un rapporto di coppia monotono e ormai privo di stimoli. Decide che è giunto il momento di ricostruirsi la propria vita anche se non sa da che parte cominciare.
Dovrà scoprirsi leggera nella pesantezza del vivere e per farlo raggiungerà l'amica del cuore, resuscitando la sua vecchia Vespa del 1964 che, a causa di un ritrovamento fortuito, la condurrà in un viaggio inaspettato tra le rotte migratorie alla scoperta delle strade del mondo, o forse semplicemente di se stessa".


Un romanzo totalmente autoprodotto che parla di donne ma anche di uomini, frivolezza e dolore, Vespa e Lambretta, smarrirsi e ritrovarsi, perché come disse Cristoforo Colombo "Non potrai mai attraversare l'oceano se non hai il coraggio di perdere di vista la riva".

Che male c'è


da IL LIBRAIO:

"Adolescente nei primi anni Ottanta nel quartiere Mergellina, in una famiglia della Napoli alto-borghese senza problemi, Zez, protagonsta di “CHE MALE C'É, esordio di Marco Giangrande, è un ragazzo come tanti, brufoli in faccia e un pallone Super Santos per sfogarsi in strada a giocare con gli amici. Il libro è una polifonia del tempo perduto, che racconta la formazione di un giovane in un momento di benessere, che non negava opportunità e apriva le porte all’intraprendenza. Un’opera che fa del tempo della memoria un racconto umoristico e malinconico".

Sinossi editoriale:
Gli anni Ottanta, gli anni delle spalline e delle Timberland, degli zaini Invicta e delle 50 Special. (nota del curatore: ma se è il tempo delle 50 Special perchè in copertina mi ci metti un PX? Perchè?) E poi la musica, la lingua, i profumi, i colori di un Sud avvolgente, suadente, anche un po' invadente, nel cuore di un'Italia in pieno edonismo economico. I suoi amici lo chiamano Zez, da Zezo, che a Napoli significa «cascamorto». Una famiglia borghese come tante, la vita di quartiere, il calcio di strada come collante sociale, e soprattutto gli amici: unici, speciali, insostituibili, a costituire il bozzolo della sua adolescenza, a proteggerlo dalla sua timidezza e dal suo sentirsi inadeguato al mondo. E poi le temute ragazze, guardate con occhi incantati in una Napoli solare, limpida, magnetica. Ma, all'improvviso, lo strappo. Con il trasferimento al seguito del padre e della famiglia in un'altra città, distante centinaia di chilometri, Zez perde tutti i suoi riferimenti e si ritrova solo nel momento più difficile, quello del passaggio verso l'età adulta.


Sarà soltanto la prima tappa di un turbinoso crescendo di eventi che lo accompagneranno fino all'ingresso del nuovo millennio, tra personaggi stralunati, situazioni grottesche, amori complicati e un lavoro fuori dall'ordinario. Divertente, tenero e ironico, "Che male c'è" racconta gli anni più belli della generazione di chi era giovane negli anni Ottanta.

"Poi prendevamo le Vespe, salivamo sul belvedere a via Orazio e con una Nastro Azzurro in mano contemplavamo, satolli e soddisfatti, il profilo inconfondibile di Napoli...".



Targata PC


Mi chiamo Marco e sono prossimo ai 40 anni. Mi considero una persona particolarmente fortunata poiché la vita, per ragioni che non so spiegare con la ragione, mi ha messo di fronte a due incredibili regali: una Vespa ET3 del 1980 targata Piacenza, la mia città natale, e Giulia, la mia compagna di vita e di viaggio.

Nel 2016, Giulia ed io siamo arrivati, partendo da Alessandria, fino a Barcellona, il primo dei tre mega viaggi che, messi in fila, ci hanno portato con la Vespa ET3, in due, a velocità ridicole, fino a Marrakech!

Noi tre assieme abbiamo percorso decine di migliaia di km, in Italia e all’estero. Muovendoci lentamente, normalmente con velocità non superiore ai 50 km/h ma spesso anche a meno, e affrontando potentissime salite, ripidissime discese e infiniti rettilinei, passando fra avventure ed imprevisti, abbiamo avuto modo di conoscerci meglio e mutare il nostro punto di vista su molti aspetti della vita.

Un libro introspettivo, una collezione di diari di viaggio, di suggestioni e di emozioni per capire che, in fondo, la lentezza è (ancora) un valore da cui si può imparare molto.

E che, in fondo, se ti muovi lento, riesci a vedere e assaporare dei deliziosi fichi che trovi lungo la strada, mentre tutto il mondo ti sfreccia veloce, anzi velocissimo, per arrivare il prima possibile, chissà poi dove.


Indice:
    Elogio della lentezza
Capitolo 1
    1000 lire di miscela al 2%, grazie
    ET3 per caso
    Vespista all’arrembaggio
    Nulla succede per caso
Capitolo 2 – l’Italia in Vespa
    Borghi. Toscana, Umbria e Marche
    Jazz nel sud Italia: Calabria, Puglia, Campania e Basilicata
    Le isole: Sicilia e Sardegna
Capitolo 3 – Ciao ciao, Italia!
    Da Alessandria a Barcellona
    Da Barcellona a Gibilterra
    Da Tangeri a Marrakech
    Da Alessandria a Dubrovnik
Capitolo 4 – Consigli per il viaggio
    Preparazione dei bagagli
    La borsa degli attrezzi
    Cosa controllare prima di partire
    Vespista vera (a cura di Giulia)
Capitolo 5 – Gran finale
    Ringraziamenti

Codice ISBN: 9798849259994

il volume sarà in vendita dal 24 ottobre ma è già possibile preordinarlo a prezzo scontato: CLICCA QUI

Nepal in Vespa

 (SEGNALAZIONE) dalla sinossi editoriale:
.
"Negli ultimi anni la consapevolezza del valore del tempo ha preso il sopravvento e mi ha spinto sempre di più verso il cambiamento in una direzione nuova, molto diversa e per questo, forse, più difficile.
Ho deciso di cambiare vita e di rinunciare a tutte le certezze professionali ed economiche per fare quello che sentivo dentro, dedicandomi a me stesso e alla mia passione: la Vespa.

Da quel momento il viaggio ha avuto inizio. Ho dovuto affrontare molte scelte e sfide, il percorso che ho compiuto non è stato segnato solo dai chilometri percorsi, ma anche dalla crescita personale e dalla scoperta di ciò che ero, e che troppe volte vuoi per abitudine non sono mai riuscito a vedere.

Conoscere se stessi è essenziale per il proprio benessere e per capire come essere felici. Ho racchiuso la mia avventura in questo libro con la serenità e la convinzione di aver fatto ancora una volta la scelta giusta.

Un viaggio in moto, anzi, in Vespa, in solitaria, avvincente ed emozionante, sicuramente in alcuni Paesi molto impegnativo. 11.500 km in quasi due mesi attraverso Europa dell’est, Turchia, Iran, Pakistan, India ed infine Nepal.


Ogni Paese è stata una scoperta ed un'emozione, dalle bellezze della Turchia, un Iran a dir poco strabiliante, alle 63 scorte armate per attraversare il Pakistan, fino al controllo di ansia e stress in India, per la rottura in un tardo pomeriggio dell’ammortizzatore posteriore. Ed infine il Nepal, luogo ideale per ritrovare il proprio benessere mentale e la felicità".

Tutte le volte che mi sono innamorato

 SEGNALAZIONE (dalla sinossi editoriale)

Un gruppo di amici. Tutti in coppia, tranne uno. Sei mesi per trovare l'amore. Ma come ci si orienta là fuori? Cosa succede tutte le volte che ci innamoriamo?

Chi l'ha detto che, dopo i trent'anni, gli uomini non hanno paura di restare single? E che l'orologio biologico esiste solo per le donne? Cesare, maestro elementare napoletano, ha le idee confuse sull'amore. Tanto romantico quanto cervellotico, si nasconde dietro teorie improbabili e comici segni del destino, ma in realtà soffre per un passato di storie sbagliate, incontri surreali, colpi di fulmine e bruschi risvegli, mentre i suoi amici sembrano aver capito tutto prima di lui. A trentacinque anni, Cesare è rimasto l'ultimo single del gruppo e non sa più cosa farsene della sua libertà. Vive con il gatto Thiago, gira per la città sulla sua Vespa, ha un discreto successo con le ragazze, eppure sempre più spesso la notte torna a casa da solo, con un peso sul cuore. Quando il suo amico Sandro, prossimo alle nozze, gli consegna l'invito con un + 1 che campeggia beffardo accanto al suo nome, Cesare decide di raccogliere la sfida: ha sei mesi per arrivare al ricevimento con una fidanzata. Ma come trovare finalmente la persona giusta?


Marco Marsullo si fa portavoce della sua generazione e racconta le relazioni dal punto di vista dei maschi: le loro speranze, i loro desideri, ma anche le ombre, le fatiche, la paura di fallire. Rifuggendo dalle ipocrisie e dal lamento, costruisce un romanzo lucido e ironico, profondamente attuale. Uno spaccato tragicomico sull'affanno – e la meraviglia – di innamorarsi davvero.



Mezzo secolo rincorrendo il mondo

 SEGNALAZIONE (dalla sinossi editoriale)


In "Mezzo secolo rincorrendo il mondo - Nei viaggi la Vespa fu il primo amore... poi venne il resto" c'è quasi mezzo secolo di viaggi. Si parla dai viaggi fatti su una vecchia Vespa 200 Rally alla volta sia di Capo Nord (1976) sia dell'India.
Quest'ultima avventura, in sella alla solita e acciaccata Gigia, è durata 334 giorni verso Turchia, Iran, Afghanistan, Pakistan, India e Nepal: 23.084 chilometri, dal 21 agosto 1977 al 20 luglio 1978. Si narra anche di autostop fatti nel deserto del Sahara su vari veicoli compreso un camion strapieno fino all'inverosimile, di viaggi faticosissimi su deteriorati tassì-brousse e su sovraffollati treni nell'Africa subsahariana, di navigazione dei fiumi dell'Amazzonia su malridotti battelli, autostop in Patagonia e nella Terra del Fuoco, esperienze nel profondo Cile, viaggi sulle Ande boliviane e peruviane, visita alla miniera di Potosì, disavventure in Madagascar, strane vicissitudini nelle Filippine, il Cammino Portoghese fatto assieme alla figlia adolescente, il ritorno in Portogallo ma stavolta con la moglie, l'autostop nel 1979 verso la Sicilia, l'incontro con il figlio di Roberto Patrignani, curiosità varie come il ritrovarsi dopo tre decenni con alcuni personaggi.

Oltre a questi racconti, sono pure incluse informazioni e consigli pratici da ritenersi preziosi per un giovane che voglia avventurarsi ovunque nel pianeta, senza appoggiarsi a una struttura organizzativa. Alcuni sono viaggi spartani e all'avventura, ma un'avventura semplice e più a misura d'uomo dove non è necessario trasformarsi nel Rambo della situazione.


Giorgio di viaggi ne ha fatti parecchi, nei modi più impensabili, è passato dalla Vespa allo zaino (in entrambi i casi con il sacco a pelo appresso), alle scarpe da trekking, per poi trovarsi con lo trainare un trolley. Ecco, qui sono raccontate tutte queste diversità della maniera di muoversi.

Nei viaggi la Vespa fu il primo amore... poi venne il resto
Libreria Editrice Urso

In viaggio per la vita

 .
SEGNALAZIONE (dalla sinossi editoriale)


«Lo scopo di questo libro è aiutare i bambini affetti da malattie oncologiche in ospedale. Tutti i diritti d'autore di «In Viaggio per la Vita» sono stati ceduti alla Fondazione Giacomo Ascoli Onlus di Varese, al fine unico di raccogliere fondi destinati alla cura dei bambini che lottano contro le malattie oncologiche e delle loro famiglie, perché possano stare più vicini, più uniti, più sereni e quindi più forti nella battaglia verso la guarigione».

"In Viaggio per la Vita, 189 pagine di testi, foto, racconti di viaggi, collaborazioni, che grazie alla mitica Vespa, soggetto principale di questo libro illustrato, ha donato cure, sorrisi e speranze a tutti i piccoli guerrieri colpiti da cancro e sostegno alle loro famiglie. Tutti i diritti d’autore e le copie dei libri, sono stati donati alla Fondazione Giacomo Ascoli, per la raccolta fondi.

Il versamento sarà contabilizzato come donazione, senza nessun tipo di intermediario, e tutte le copie vendute, vengono accompagnate da ricevuta di donazione da parte della Fondazione Giacomo Ascoli".



Una giornata cominciata male

SEGNALAZIONE (dalla sinossi editoriale)

Durante una sera d’agosto sferzata da un nubifragio estivo, l’imprenditore romano Federico Santini guida a tutta velocità verso l’Argentario per raggiungere Claudia, la sua ultima conquista, mentre rimugina sull’ennesima questione legale in cui lo sta trascinando la sua ex moglie. Tra distrazione ed eccesso di velocità, l’auto di Santini travolge un ciclista. Non sembra esserci nessuno nei paraggi, e l’uomo, incurante dell’accaduto, riprende la sua corsa.

Nel giro di pochi giorni, però, tutto precipita. La mattina di Ferragosto, Santini si risveglia con la mente confusa e la memoria offuscata in un luogo che non conosce. Non riesce a ricordare nulla della notte precedente e, mentre decide di cercare Claudia nella speranza di scoprire cos’è accaduto, si trova invischiato nelle indagini su un terribile omicidio.


Sarà l’avvocato Gordiani ad accettare di aiutare Santini, provando a districare la matassa e a ricostruire i fatti avvenuti a Ferragosto. Insieme alla sua abile quanto affascinante collaboratrice, l’avvocato trascorrerà le calde giornate d’estate tra Roma e l’Argentario, tra yacht ormeggiati nei porticcioli e suggestivi scorci del paesaggio toscano, cercando di farsi strada verso la verità e, possibilmente, verso la giustizia.

Fazi Editore

OVUNQUE due anni di viaggi nonostante tutto

 SEGNALAZIONE (dalla sinossi editoriale)

«Tutti si ricordano cosa stavano facendo quando è iniziato il lockdown in Italia. Io mi stavo sfilando gli scarponi, avevo appena appoggiato a terra lo zaino e mi stavo togliendo la FFP2 comprata nel distributore di benzina più a nord del mondo.»

Quando in Italia scoppiano i primi focolai di quella che da lì a breve diventerà una pandemia, Nicolò si trova alle isole Svalbard e decide di tornare a casa. Subito dopo il mondo intero inizia a chiudersi come mai era avvenuto prima: nessun viaggio di piacere, voli cancellati, frontiere sbarrate. Eppure Nicolò non si dà per vinto, perché viaggiare è la più grande passione della sua vita, ma anche un lavoro, un impegno, qualcosa che lui, da anni ormai, sente il bisogno di raccontare e condividere con gli altri. E così, nei due anni che hanno afflitto tutti noi con bollettini giornalieri sui nuovi contagi, tamponi e decreti legge, Nicolò non è stato fermo, ma ha continuato a girare il mondo. Magari rinunciando all'aereo e sperimentando itinerari e mezzi «alternativi», come una Vespa che da Fara Gera d'Adda, il paese in cui vive, lo ha portato in Portogallo e poi di nuovo a casa. Per scoprire che in alcuni casi il punto di arrivo è solo la metà del viaggio e che a volte «è bello partire da un punto A, fermarsi a B, continuare per C e così via, fino al punto Z.


E una volta là, rendersi conto di essere solo al giro di boa, perché poi ti tocca tornare a casa!» In questo libro, Nicolò ha voluto raccontare gli itinerari da lui compiuti negli ultimi due anni a bordo della sua Vespa, in macchina fino alle isole Faroe e in Islanda; e poi Azzorre, Albania, Turchia, Marocco e Uganda... Sono storie di viaggio, ma sono anche esperienze che ci permettono di guardare al futuro con ottimismo, perché testimoniano la possibilità di scoprire luoghi lontani in un periodo storico in cui non sembrava possibile andare da nessuna parte.

E il mondo, all'improvviso, era diventato un posto stranamente piccolo, chiuso e inaccessibile.

Nicolò Balini
Sperling & Kupfer


Il cielo sopra Varramista

 .
SEGNALAZIONE (dalla sinossi editoriale):

Non è un libro sulla Vespa, di quelli classici, dove si alternano testi e foto in uno spesso noioso ripetersi di dati tecnici e notizie di vario genere. “Il cielo sopra Varramista” penetra con delicatezza nell’essenza del fenomeno Piaggio attraverso citazioni, testimonianze, ricordi personali: non è una storia di fatti, è una storia che nasce attraverso i fatti interni alla fabbrica e alla vita di operai e impiegati partendo da Enrico Piaggio e Corradino D’Ascanio per arrivare ai giorni nostri passando per il purtroppo breve periodo guidato da Giovanni Alberto Agnelli.


La Piaggio e la Vespa hanno messo Pontedera e la Valdera sulla cartina geografica del mondo: un risultato ottenuto grazie alla lungimiranza, al lavoro visibile e a quello oscuro, alla perseveranza, alla consapevolezza di possedere tutte le carte in regola per guadagnarsi un posto di rilievo nell’industria e nella società. Lando Testi e Giuseppe Cecconi, gli autori di questo volo d’angelo, contemplano l’azzurro che bacia la storica tenuta e continuano a sognare un cielo terso, pulito, luminoso.

Lando Testa
Giuseppe Cecconi
CLD Libri

L'eleganza del Killer

 .
SEGNALAZIONE (dalla sinossi editoriale):

L’omicidio del titolare di un locale alla moda nella zona della movida di corso Como è il primo di una serie di delitti che insanguineranno Milano: a indagare saranno chiamati il giornalista hacker Enrico Radeschi, in sella alla sua inseparabile Vespa gialla, e il vicequestore Loris Sebastiani, il brillante capo della squadra Mobile dal sigaro perennemente spento fra le labbra. Radeschi si farà anche coinvolgere dal Danese – il suo amico greco con l’animo da bandito e il cuore buono che porta sempre con sé un’iguana nascosta sotto i vestiti – in una pericolosa missione al servizio della mafia russa, per ripagare un vecchio debito che richiederà a entrambi di spingersi dove non avrebbero mai osato. Una storia dal ritmo incalzante che si svolge in un febbraio milanese dalle temperature polari fra partite di droga, fiumi di vodka, gioco d’azzardo, sparatorie per il controllo del narcotraffico e una sequenza di misteriosi omicidi compiuti con perizia e professionalità da un inafferrabile sicario che prima uccide e poi svanisce nel nulla per nascondersi nel cuore nero della metropoli. Unico indizio in mano agli inquirenti: il killer quando spara alle sue vittime è sempre vestito in maniera impeccabile. Basterà per catturarlo?

Paolo Roversi
Marsilio

Altri Vespa-libri di Paolo Roversi:




Ancora in Vespa da Milano a Tokyo

 .
ANCORA IN VESPA DA MILANO A TOKYO
Agenzia NFC Edizioni

11 luglio 1964Roberto Patrignani, giornalista e pilota motociclista, parte da Milano in  sella alla sua Vespa alla volta di Tokyo, dove si svolgerà la XVIII edizione dei Giochi Olimpici. Ha con sé un trofeo che vuole essere il testimone di un'ideale staffetta tra il Giappone e l'Italia, dove si è tenuta la precedente edizione dei Giochi, quelli di Roma del 1960. Un viaggio avventuroso che Patrignani racconterà in un libro, “In Vespa da Milano a Tokyo”, diventato un classico della narrativa vespistica di viaggio.

13 giugno 2021Fabio Cofferati, autista di autobus in un istituto statale nonché estroverso vespista di lungo corso, parte a sua volta da Milano in sella ad una Vespa per far rotta verso il Giappone con l'intento di ripetere l'impresa compiuta cinquantasette anni prima da Roberto Patrignani. Anche lui ha un trofeo, lo vuole portare a Tokyo, dove nel 2020 si sarebbe dovuta svolgere la XXXII edizione dei Giochi Olimpici, rinviati al 2021 a causa della pandemia. Anche il suo sarà un viaggio memorabile, tanto avventuroso quanto complicato, di cui Cofferati ha scritto in un libro. L'uscita è prevista per febbraio 2022 e il titolo non poteva essere altro che: Ancora in Vespa da Milano a Tokyo.

Se volessi usare una sola parola per descrivere questo volume sceglierei senza alcun dubbio l'aggettivo genuino. Dal vocabolario: “genuino – agg. sing. masc. – si dice di qualche cosa di non alterato, non sofisticato, quindi vero, autentico, naturale (…) schietto, spontaneo (...) talora con riferimento a persona - es: è un ragazzo veramente genuino...”. Trovo sia il termine più appropriato per descrivere queste pagine, il loro autore e il viaggio che raccontano. Per dirla con la definizione del vocabolario Fabio Cofferati è un ragazzo veramente genuino, mentre invece non si può dire altrettanto di Mugen, la sua Vespa. Scrive Fabio:

Mugen in giapponese significa 'infinito' o 'senza limiti'. Ed è così che ho deciso di chiamare la mia Vespa...".

L'esigenza di poter contare su un veicolo affidabile lo obbliga infatti a sacrificarne la genuinità al fine di garantirsi le migliori opportunità di successo. Parecchie pagine nella parte iniziale del volume sono dedicate proprio agli aspetti tecnici, di come è stata prima cercata e finalmente trovata la Vespa migliore tra quante disponibili di quello specifico modello (una 150 VBB con ruote da 8”), di come è stata studiata e realizzata l'elaborazione del suo motore, che è andata di pari passo con specifici interventi per irrobustirne la scocca ed aumentarne l'autonomia e la capacità di carico. La descrizione dei lavori eseguiti è dotta e ben documentata e farà la gioia dei lettori curiosi di questi aspetti meno romantici, ma sostanziali nel racconto della genesi di un'impresa di questo genere. Molto interessante anche poter conoscere tutta la mole di burocrazia nella quale si imbatte chi si avventura in un viaggio overland che porta a varcare via terra diversi punti di frontiera. Pratiche farraginose già in tempi normali che in un periodo cupo come quello della pandemia rischiano di trasformarsi in ostacoli insormontabili... o quasi!

Con l'approssimarsi del giorno della partenza il racconto da tecnico si fa aperto e personale, l'autore apre il suo cuore e racconta le sue motivazioni, cosa lo ha spinto a mettersi in discussione con questo viaggio, senza  nascondere i dubbi e le incertezze che hanno accompagnato la sua scelta. Perché Fabio, prima ancora di essere un appassionato vespista giramondo è una persona normale, è un marito padre di due bambini ancora piccoli. Coniugare la sua quotidianità con le sue ambizioni non sarà cosa semplice, ad aiutarlo a realizzare il suo sogno l'appoggio incondizionato della sua famiglia e il sostegno a distanza di tanti che grazie ai Social si sono appassionati a questa sua avventura ancora prima della partenza. Alcune pagine del libro riportano questi passaggi di supporto virtuale e arricchiscono il racconto dei sentimenti di quanti hanno seguito questo viaggio dal monitor di un computer o dal display di uno smartphone.


Più la strada procede più la narrazione si fa emozionale e sentita. Quando l'Europa è ormai alle spalle e Fabio e la sua Vespa si spostano attraverso panorami sempre più asiatici la lettura prende letteralmente il volo. Se fino a questo punto il racconto del viaggio ha avuto un taglio che si può definire giornalistico a prevalere è ora quello narrativo. La scrittura, che nella prima parte del libro ricorda un po' quella asciutta ed essenziale di Patrignani, evolve in uno stile coinvolgente e si fa quasi bettinelliana. La genuinità di Fabio si riflette nel suo scrivere un po' ruspante che rispecchia in pieno il suo carattere e il suo modo di essere e risulta divertente per il lettore.
Questo viaggio partito per essere un'impresa in solitaria vede Fabio trovare lungo la strada due compagni d'avventura – Guido e Mimmo - che saranno al suo fianco per buona parte del lungo cammino. Un incontro che si rivelerà fondamentale per riuscire a districarsi dai soffocanti tentacoli della burocrazia sovietica e per trovare un tetto sotto al quale dormire la sera, ma soprattutto per sapere cosa si ci sarà nel suo piatto la sera, al momento di mangiare.


Ritagliarsi il tempo per vivere il proprio sogno dalla quotidianità della famiglia e del lavoro e voler celebrare un grande viaggiatore ripercorrendone la strada sarebbero già motivazioni sufficienti a fare di questo libro qualcosa di speciale, a renderlo ancora più importante la generosità di Fabio, che ha voluto che la visibilità di questa sua impresa non fosse fine a se stessa. Una parte di quelli che saranno i proventi della vendita del volume sarà infatti destinata alla Fondazione ISAL per la lotta al dolore cronico.

clicca la foto per l'intervista
Ancora in Vespa da Milano a Tokyo si apre con la prefazione curata da Roberto Leardi, Presidente del Vespa Club d'Italia, a cui seguono due toccanti pagine con le quali Giovanna Galli Patrignani, vedova di Roberto scomparso nel 2008, una testimonianza di affetto e attenzione nei confronti di Fabio e per la sua determinazione: “... ricordai la prima telefonata: non avevo creduto nella sua testardaggine e ora provavo incredulità, preoccupazione, emozione, e mentre la Vespa gemella caricata come un mulo, diventava sempre più piccola per poi sparire dietro l’angolo, sperai che Roberto lo proteggesse e lo facesse tornare sereno e arricchito dalla sua tanto desiderata esperienza”.


Il Trofeo destinato al Giappone.


Contatti: SCRIVIMI UNA MAIL!

Sei autore di un Vespa-libro, oppure sei un editore e ne hai pubblicato uno? Manda una mail e ti darò istruzioni per l'invio di una copia saggio. Scrivi a: lorenzo205@libero.it